Chi siamo

La Fondazione Umberto Eco intende essere un riferimento per tutelare, diffondere e valorizzare il patrimonio intellettuale di Umberto Eco. Inoltre, intende aprirsi alla riflessione sul ruolo dei saperi umanistici, ma non solo, nell’era digitale.

Acquerello © Tullio Pericoli

Mission

La Fondazione

Photo © Andrea Frazzetta

Una delle costanti dell’attività intellettuale di Umberto Eco, infatti, è stata lo studio dei modi di raccogliere, selezionare e rendere accessibile la cultura. Oltre ai saggi, ai romanzi e all’insegnamento, ne sono prova gli interessi da sempre coltivati per le enciclopedie, le biblioteche e la passione per gli ordini e le liste dei saperi.

Oggi l’evoluzione tecnologica investe direttamente l’accesso alle conoscenze, tanto che ci sembra alla nostra portata l’idea di una biblioteca universale che le raccolga tutte.

Eco ci ha messo tuttavia in guardia dal pericolo di confonderle con il semplice accumulo di dati, sotto forma di documenti e informazioni. Vanno inoltre messi in chiaro i rischi di manipolazione delle opere e delle intenzioni degli autori.

La Fondazione Umberto Eco può oggi porsi come presidio culturale sull’evoluzione dei saperi umanistici, nel dialogo con lo sviluppo tecnologico.

La Fondazione Umberto Eco ha un board di alto livello, con studiosi ed esperti scientifici provenienti dai più importanti atenei e centri di ricerca internazionali. Costituirà un punto d’incontro plurale e non esclusivo tra tutti coloro che si richiamano, oggi come in futuro, non solo alla memoria ma anche alla varietà degli interessi di Umberto Eco.

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Lascito

Il Consiglio

Photo © Leonardo Cendamo

Umberto Eco muore nel 2016, lasciando i suoi libri e le sue carte agli eredi insieme alla libertà di disporne. L’intenzione della famiglia è stata da subito che i libri fossero a disposizione della collettività. Lo Stato italiano nel 2018 ne ha voluto dichiarare “l’interesse storico particolarmente importante”.

In seguito a ciò, dopo una serie di interlocuzioni con il Ministero dei Beni Culturali (oggi MIC), gli eredi hanno deciso di donare allo Stato i 44.000 volumi della biblioteca di lavoro di Umberto Eco e le sue carte, chiedendo che venissero dati in comodato d’uso gratuito all’Università di Bologna per 90 anni e resi accessibili al pubblico. I volumi saranno ospitati in un’ala apposita della Biblioteca Universitaria di Bologna, che sarà disponibile dal 2026, e ordinati nel rispetto della disposizione originaria e della forma autoriale della biblioteca. La Biblioteca Universitaria di Bologna ha già ricevuto dagli eredi i primi 2500 volumi con annotazioni e dediche che sono attualmente oggetto di studio.

La collezione di 1.260 libri antichi, denominata da Eco stesso Bibliotheca semiologica, curiosa, magica, lunatica, et pneumatica, è stata invece venduta allo Stato che la ospita dal 2022 nella Biblioteca Nazionale Braidense di Milano, in una apposita sala di consultazione accanto a quella del Manzoni. La collezione è già accessibile online tramite il Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN) e il suo catalogo OPAC.

Attraverso due Comitati di Indirizzo attivi presso le due Istituzioni e tramite la Fondazione Umberto Eco, da loro creata, gli eredi continueranno a partecipare alla tutela, allo studio e alla valorizzazione del lascito per mantenere vivi gli interessi intellettuali di Umberto Eco.