I libri raccolti da Umberto Eco hanno dato forma ad un complesso aggregato non di una ma di più biblioteche, quella dei libri antichi e la biblioteca di lavoro, a sua volta divisa in più nuclei un tempo dislocati in sedi differenti.
I volumi della biblioteca degli antichi sono contrassegnati da un ex libris, scelto dallo stesso Eco tra i volumi della sua collezione, che ne dichiara l'identità. Dopo la sua morte, quello stesso ex libris è stato adottato per identificare anche la biblioteca di lavoro, una collezione sterminata di testi che Eco consultava quotidianamente. Oggi, grazie al lavoro della Fondazione Umberto Eco, queste biblioteche sono state valorizzate come autentiche "biblioteche d'autore" e riflessi diretti del pensiero e del metodo intellettuale del loro creatore.
La biblioteca degli antichi è composta da circa 1.300 volumi di cui 36 incunaboli. La raccolta è nota come Bibliotheca semiologica curiosa lunatica magica et pneumatica, nome che le aveva dato Umberto Eco a indicare una collezione dedicata "al sapere occulto e al saper falso".
La biblioteca degli antichi si trova oggi alla Biblioteca Nazionale Braidense di Milano ed era in origine collocata nella "Stanza degli antichi": un vero e proprio rifugio, affacciato su Castello Sforzesco a Milano, senza telefono, senza computer, con gli spartiti e i flauti che Eco suonava quasi ogni giorno. Nella "Stanza degli antichi", i volumi erano posizionati sugli scaffali a fianco di veri e propri mirabilia – testicoli di cane, conchiglie, rami di corallo, modellini lignei –, quasi una Wunderkammer rinascimentale.
I 1.328 volumi sono giunti in Braidense nell'agosto 2021 e sono ospitati dal 2022 nello "Studiolo Umberto Eco", a fianco alla Sala Manzoniana. I volumi sono stati catalogati, inseriti nell'OPAC della biblioteca e sono ora ricercabili nel catalogo del Servizio Bibliotecario Nazionale.
La raccolta è andata costituendosi soprattutto in seguito al successo de Il nome della rosa (1980), che ha consentito a Umberto Eco di appagare la sua passione per i libri di pregio, ed è poi diventata un supporto fondamentale per la redazione delle opere successive.
La collezione comprende titoli imprescindibili per un bibliofilo raffinato come Umberto Eco, come l'Hypnerotomachia Poliphili (1499) e il De Civitate Dei (1470), oltre a volumi di grande suggestione come il Malleus maleficarum (1492). Tra i volumi figurano inoltre il Corpus Hermeticum di Ermete Trismegisto, il De umbris idearum di Giordano Bruno (1582), le opere dei primi Rosacroce, dell'alchimista Michael Maier, del filosofo naturalista Robert Fludd e dell'erudito Athanasius Kircher.
I volumi che fanno parte della biblioteca degli antichi sono in larga misura contrassegnati dalla presenza di un ex libris particolare, scelto e utilizzato da Umberto Eco: l'ex libris riproduce una xilografia originariamente inclusa nel volume alchemico Della tramutatione metallica sogni tre di Giovanni Battista Nazari (1572). L'immagine raffigura un asino seduto su quella che il testo definisce come una "rotonda pietra" ma che nell'incisione assume l'aspetto di una latrina sormontata da una cornucopia e fornita di scolo; l'animale suona un piffero che anima il girotondo di una dozzina di scimmie danzanti.
La biblioteca dei libri moderni è composta da circa 44.000 volumi. Si tratta della biblioteca di lavoro di Umberto Eco ed era originariamente dislocata su più sedi, nelle diverse aree della casa-studio di Milano (oltre 33.000 volumi) e della casa di famiglia a Monte Cerignone (oltre 11.000 volumi).
A oggi, i volumi si trovano a Milano, nella casa disegnata appositamente per accoglierli, oltre trent'anni fa: un grande appartamento a forma di anello nei cui corridoi, dal pavimento appositamente rinforzato, vennero montate le librerie.
Seguendo la strada tracciata dai lunghi scaffali a tutta altezza – letteratura italiana e straniera, poesia, narrativa popolare e di genere, feuilleton, fumetto, storia e critica letteraria, stampa, comunicazione e mass media, arte e iconologia – si giunge al grande studio di Umberto Eco, con biblioteche dalla complessa struttura a pettine e isola che ospitano volumi relativi a filosofia, scienza, storia, filologia, mnemotecniche, enigmistica, editoria, linguistica e semiotica, oltre ai libri di e su Eco.
Dal 2026, i volumi troveranno sede definitiva presso l'Università degli Studi di Bologna in spazi appositamente progettati all'interno della Biblioteca Universitaria di Bologna, per ricreare l'atmosfera della casa-studio in cui l'intellettuale lavorava.
La Fondazione Umberto Eco si prende cura di preservare e valorizzare questo patrimonio librario unico. Attraverso progetti di catalogazione, digitalizzazione e ricerca, la Fondazione lavora per rendere accessibili al pubblico e agli studiosi queste straordinarie collezioni.
Il lavoro della Fondazione non si limita alla conservazione fisica dei volumi, ma si estende alla comprensione e alla trasmissione del loro valore culturale e intellettuale. Ogni libro, ogni annotazione, ogni disposizione sugli scaffali racconta una storia del pensiero di Umberto Eco e del suo metodo di lavoro.
La Fondazione organizza eventi, mostre e conferenze per far conoscere al grande pubblico il valore di queste biblioteche d'autore, promuovendo al contempo la ricerca accademica su questi fondi bibliografici di eccezionale importanza.
Gli inventari e i rilievi fotografici realizzati dagli eredi sono strumenti fondamentali perché, oltre a dare accesso alle raccolte nelle forme e nelle disposizioni originarie, documentano la complessità di queste biblioteche d'autore: un'opera aperta il cui valore non è dato solo dall'insieme dei titoli, ma anche dalla loro disposizione e dalle loro relazioni tematiche e di affinità.
I rilievi rendono evidente quella che Aby Warburg definiva come "regola del buon vicino": dispiegano il legame organico tra un volume e l'altro, tra un tema e l'altro, in un rapporto di contiguità che, se reciso, causerebbe una perdita di informazioni e un depauperamento della ricchezza relazionale e collezionistica dei fondi.
Queste complesse raccolte librarie sono infatti il prodotto e la testimonianza dell'attività intellettuale di Umberto Eco, del suo percorso scientifico e della rete di relazioni al centro della quale si trovava. Raccolti nell'arco di una vita, i volumi che fanno parte delle biblioteche di Umberto Eco ne rispecchiano il percorso intellettuale e ne rappresentano il prolungamento scientifico.
Lo studioso ne curò personalmente la progettazione e la collocazione, che istituisce relazioni tematiche e percorsi di lettura in linea con i suoi studi, le sue ricerche, i suoi interessi e il suo impegno culturale.
Ad accrescerne il valore è anche la presenza, all'interno dei volumi, di dediche, annotazioni autografe, note di possesso e di lettura, ex libris e allegati quali lettere, biglietti da visita, fotografie, ritagli, articoli, recensioni, tesi, pre-prints, o addirittura testi a stampa che sono diventati il terreno per correzioni, aggiornamenti, approfondimenti e riscritture autografe per edizioni successive.
Ogni libro, ogni carta d'archivio ha assunto lo status di un documento personale che funge da testimone di colui che lo ha raccolto e lo ha incluso – con quelle caratteristiche specifiche – nella propria collezione, in maniera funzionale alla sua attività scientifica e culturale.
Fotografie Studio Curti Parini, curtiparini.com